Il POS del taxi non funziona? Potrebbe non essere colpa del tassista.
IL POS PORTATILE
A differenza dei POS presenti nei negozi e nei ristoranti (collegati via cavo o via bluetooth alla linea telefonica fissa dell’esercente) i POS a bordo del taxi sono portatili e si connettono via rete mobile/cellulare.
Pertanto, a differenza delle attività commerciali fisse, chi offre i propri servizi in mobilità (tra i quali i tassisti), deve dotarsi di apparecchi che grazie ad una SIM telefonica utilizzano la rete cellulare.
Negli anni, tra tutti, un dispositivo in particolare ha preso maggiormente piede tra i POS utilizzati in versione mobile, tale apparecchio POS, apprezzato per le sue qualità, è l’ iWL 220 della Ingenico.
Le qualità dell’apparecchio sono: affidabilità, velocità nell’accessione ed il fatto che è stato largamente proposto dai circuiti bancari.
E sui taxi?
LA TECNOLOGIA DEL POS
Oggi, i dispositivi POS di ultima generazione sono a tutti gli effetti degli smartphone con versioni di Android dedicate al settore bancario, abilitati a connettersi alle più recenti reti cellulari 4G o 5G.
Mentre dispositivi più datati, hanno dei sistemi operativi dedicati e più leggeri ma con tecnologie hardware precedenti, ad esempio gli iWL 220 si collegano solamente attraverso la rete GPRS/GSM/2G, ne consegue che il loro buon funzionamento è legato ai livelli di copertura della rete GPRS/GSM/2G.
Con l’implementazione della rete 5G e l’abbandono della rete 3G, molti operatori telefonici hanno iniziato lo spegnimento delle antenne 3G anche nel caso quest’ultime fornissero copertura 2G (la tecnologia aveva realizzato antenne con integrato sia il 2G che il 3G), nonostante il numero di schede SIM M2M fosse in continuo aumento (si veda documento AGCOM) e sebbene ad oggi “il 2G e il 3G abilitano ancora la maggior parte delle applicazioni IoT” (fonte ericsson.com).
Questa politica di “saving di rete” ha dato il via a dei buchi di copertura 2G definiti “a macchia di leopardo” sebbene lo spegnimento della tecnologia 2G non sia previsto prima del 2029 (in una consultazione pubblica del MISE si è parlato di come gestire lo spegnimento).
Ne consegue che ottimi dispositivi, pienamente funzionanti e di cui il funzionamento è garantito fino al 2029, in realtà in alcune zone del territorio italiano, non escluse le grandi città, iniziano a non ricevere più una copertura sufficiente al corretto funzionamento.
Quindi il POS sul taxi?
IL POS SUL TAXI
Tutti i veicoli taxi sul suolo italiano devono essere dotati di dispositivo POS, tuttavia per i motivi sopracitati potrebbero verificarsi degli spiacevoli inconvenienti non legati al dispositivo stesso, ma alla copertura di rete mobile assente.
Lo stesso cliente, con lo stesso tassista, potrebbe riuscire a pagare correttamente con il POS ad un indirizzo e non riuscire in un indirizzo differente.
Come comportarsi?
- Per i tassisti: i tassisti sono invitati, al fine di evitare problemi di copertura e incomprensioni con i clienti, a contattare il fornitore del servizio POS e richiedere la sostituzione dell’apparecchio con uno dispositivo più recente, oppure ad aderire ad un circuito che permetta il pagamento della corsa attraverso una app cliente ed il proprio terminale di bordo.
- Per i clienti: i clienti possono verificare se effettivamente il modello di POS a bordo del taxi rientra tra i modelli che presentano la connessione GPRS e verificare se la loro zona di destinazione presenta un problema di copertura.
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