Segnalazione AGCM del 5 gennaio 2012

Sulla questione della regolamentazione dei taxi in Italia

Il 3 novembre 2011 il Parlamentino nazionale Taxi ha avuto la intuizione di esprimere la necessità di valutare l’opportunità di effettuare una analisi sulla legislazione europea del settore e sul suo grado di regolazione.

Il Consorzio Radiotaxi Veneto  promosso dalle Associazioni di Categoria, FITA-CNA VENETO e CONFARTIGIANATO IMPRESE del VENETO, hanno autonomamente recepito questa pregevole intuizione e  commissionato uno studio scientifico per comprendere lo stato dell’arte del settore taxi in Europa. L’intento e lo scopo dello studio è quello di raccogliere informazioni sugli altri paesi per sviluppare un confronto costruttivo  con le istituzioni al fine di affrontare, sulla base di una conoscenza approfondita e di grande respiro, non preclusa alle migliori esperienze europee i grandi temi che in questi mesi interessano il settore, gli operatori e le loro famiglie in Italia. Questo atteggiamento è coniugato con la consapevolezza del grande impatto sociale  che le eventuali modificazioni suggerite dalla AGCM al Governo possono apportare al sistema di regolamentazione del settore taxi in Italia.

L’analisi, che è curata dal Centro Studi Sintesi di Venezia, verte su diversi aspetti che spaziano dalle disposizioni e dalle competenze territoriali degli organi amministrativi preposti alla regolazione del settore taxi, alle questioni più strettamente legate alla programmazione numerica dei contingenti e all’assegnazione delle licenze.

I primi risultati che emergono dallo studio evidenziano come il settore sia sostanzialmente regolato in Europa. In effetti, nei paesi esaminati esistono norme che, a vario titolo o a livelli territoriali distinti, definiscono il quadro e le modalità attraverso le quali il settore taxi deve operare.

Inoltre emerge come, anche laddove si siano sperimentate forme di liberalizzazione esistano comunque alcune norme specifiche che regolano la materia.

Lo studio delle altre esperienze europee risulta, infine, particolarmente proficuo per verificare le forme di miglioramento del servizio adottate negli altri paesi.

L’intervento dell’AGCM ancora una volta sembra non cogliere nessuno di questi aspetti e si limita invece a creare situazioni che distruggendo la parte migliore del sistema non si traducono automaticamente negli stessi obiettivi che pur rispettosi dell’interesse generale, si è data l’Autorità.

La necessità di far comprendere questi temi a tutti gli interlocutori, deriva dalla considerazione, già valutata e verificata in molti paesi europei, che eventuali processi di apertura al mercato TAXI non possono essere fatti se prima non si è attuato un graduale processo di qualificazione e innalzamento degli standard qualitativi e di sicurezza degli operatori e del servizio a vantaggio dell’utenza. Solo successivamente si può valutare di introdurre gradualmente, qualora necessario, processi di apertura del mercato.  Queste sono le risultanze emerse in tutti quei paesi in cui questi aspetti non sono stati curati, ciò ha portato ad un innalzamento del costo del servizio ed a un suo scadimento in termini di qualità e sicurezza percepita.

Consorzio Radiotaxi Veneto, esaminata la segnalazione della AGCM ha dato mandato al proprio CDA di seguire la vertenza con il necessario approccio tecnico, scientifico e legislativo, riservandosi le valutazioni politiche, ribadendo che molte delle soluzioni rappresentate dalla AGCM trovano adeguate risposte nella legge 21/92, nell’articolo 6 della legge 248/2006,  purché Comuni e Regioni per specifica delega Costituzionale, le applichino e dimostrino di averle ben comprese.

Verona  6 gennaio 2012                                                     Giorgio Bee, Alessandro Nordio